Il crollo della Torre dei Conti verificatosi il 3 novembre 2025 a Roma rappresenta una tragedia che ha evidenziato potenziali criticità nelle operazioni di restauro di strutture storiche. Due cedimenti successivi hanno interessato la torre medievale durante un cantiere finanziato dal PNRR per il consolidamento statico e la rifunzionalizzazione degli spazi interni, causando il decesso di un operaio e ferendo altri quattro lavoratori. L’evento ha innescato indagini approfondite sulle cause tecniche del cedimento e sulla gestione della sicurezza nei lavori su edifici storici particolarmente vulnerabili.
Il crollo della Torre dei Conti si è verificato durante operazioni di restauro, causando il cedimento di elementi strutturali critici, il decesso di un operaio dopo 11 ore intrappolato tra le macerie, e l’apertura di un’inchiesta per disastro colposo da parte della Procura di Roma.
Cronologia e dinamica del cedimento
Il primo crollo si è verificato intorno alle 11:30 del 3 novembre 2025, interessando la facciata della torre e proiettando detriti sulla strada sottostante. A distanza di soli dieci minuti circa, un secondo cedimento ha colpito la struttura, ulteriormente compromettendo la stabilità complessiva della torre e complicando enormemente le operazioni di salvataggio. Sul cantiere erano presenti undici operai; cinque di loro sono rimasti coinvolti nel disastro.
L’estrazione dei feriti e il decesso
Le operazioni di soccorso si sono rivelate complesse e prolungate. Quattro operai inizialmente bloccati nella parte superiore della torre sono stati estratti rapidamente, ma la situazione si è complicata per il quinto lavoratore rimasto intrappolato al primo piano. I vigili del fuoco hanno impiegato oltre 11 ore di lavoro per estrarre questo operaio dalle macerie, utilizzando scale per raggiungere le finestre e droni per ispezionare l’interno della struttura. L’operaio, un uomo di 66 anni di nazionalità romena, è stato trasportato in ospedale in condizioni critiche ma inizialmente vivo, tuttavia è deceduto successivamente dalle ferite riportate.
Impatto sulla viabilità e sulla zona
Il crollo ha reso necessario l’isolamento immediato della zona attorno a Largo Corrado Ricci, con modifiche significative alla viabilità dell’area centrale di Roma. La torre si trovava a pochi metri dai Fori Imperiali e dal Colosseo, due dei siti storici più importanti della città, rendendo il cedimento particolarmente visibile e impattante per il centro urbano.
Le cause strutturali del cedimento
La Torre dei Conti, risalente all’inizio del XIII secolo, presenta una struttura muraria complessa caratterizzata da un sistema portante costituito da muri in pietra e malta. Nel corso dei secoli, questa struttura è stata rafforzata mediante l’aggiunta di speroni e contrafforti esterni, elementi essenziali per contrastare le spinte laterali generate dai solai e dalle volte interne.
Indebolimento progressivo della struttura
L’analisi dei danni ha rivelato come il primo crollo abbia determinato una completa disgregazione di un elemento murario esterno ortogonale alla parete perimetrale. Questo cedimento iniziale ha generato una cascata di conseguenze strutturali, creando una discontinuità statica significativa nelle pareti murarie perimetrali e indebolendo irreversibilmente le parti rimanenti della torre. Il contrafforte centrale del lato meridionale è risultato particolarmente vulnerabile, con il conseguente collasso della base a scarpa sottostante.
Ruolo critico dei contrafforti
I contrafforti e gli speroni rappresentano elementi strutturali fondamentali negli edifici medievali, poiché distribuiscono le spinte generate dalle volte e dai solai verso le fondazioni. L’importanza di questi elementi è direttamente legata alla tipologia degli orizzontamenti presenti: quando la torre contiene volte o elementi altamente spingenti, l’integrità dei contrafforti diventa critica per la stabilità complessiva. Qualsiasi compromissione della loro continuità strutturale genera un progressivo indebolimento dell’intero sistema murario.
Indagini strutturali preliminari e valutazioni di sicurezza
Prima dell’avvio dei lavori di restauro nel giugno 2025, erano state condotte indagini strutturali approfondite, prove di carico e carotaggi per verificare le condizioni statiche della torre. Queste valutazioni preliminari avevano attestato la sicurezza strutturale necessaria per procedere alle operazioni di consolidamento e restauro finanziate dal PNRR.
Il piano di intervento del PNRR
L’intervento complessivo, denominato “ID 26 – Tor de’ Conti – Restauro e allestimento dell’edificio”, dispone di un finanziamento di 6.900.000 euro per opere che includono consolidamento statico, restauro conservativo, installazione di impianti moderni e allestimento museale. Nel giugno 2025 era stato avviato il primo stralcio, concentrato sulla bonifica dall’amianto e sulle lavorazioni preliminari, con un costo di circa 400.000 euro.
Discrepanza tra valutazioni teoriche e comportamento reale
La morte di un operaio e il crollo durante operazioni che avevano ottenuto l’approvazione strutturale sollevano interrogativi significativi sulla metodologia e l’accuratezza delle indagini preliminari. Questo contrasto tra le valutazioni di sicurezza e il cedimento effettivo suggerisce possibili insufficienze nel protocollo di ispezione, nella caratterizzazione dei materiali o nella modellazione del comportamento strutturale di edifici medievali particolarmente fragili.
Conseguenze umane e operazioni di emergenza
Il crollo ha provocato il decesso di Octay Stroici, un operaio romeno di 66 anni rimasto intrappolato per oltre 11 ore tra le macerie. Quattro colleghi sono stati feriti e posti sotto osservazione medica. L’estrazione del lavoratore deceduto ha richiesto operazioni di soccorso straordinariamente complesse, con i vigili del fuoco che hanno dovuto operare in condizioni di estrema difficoltà a causa del secondo crollo e dell’instabilità residua della struttura.
Testimonianze dal cantiere
Un cameriere di un ristorante nelle vicinanze ha riferito di aver udito un forte rumore di calcinacci nel momento del primo cedimento e di aver visto un operaio cadere dalla struttura. Un altro operaio presente, Ottaviano di 67 anni, è riuscito a fuggire da un balcone, anche se rimasto ricoperto di polvere e in stato di shock.
Inchiesta per disastro colposo e sequestro del cantiere
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta formale per lesioni colpose e disastro colposo, con il cantiere sottoposto a sequestro amministrativo. Gli investigatori stanno analizzando la documentazione tecnica, i contratti di appalto, le specifiche dei materiali utilizzati e le comunicazioni tra i responsabili del progetto per identificare eventuali negligenze, errori di progettazione o violazioni della normativa sulla sicurezza.
Responsabilità e standard normativi
L’inchiesta dovrà accertare il rispetto dei Codici della Sicurezza, verificare l’adeguatezza della supervisione tecnica, controllare il cronoprogramma dei lavori e valutare se la gestione della sicurezza fosse conforme alla legislazione vigente per i cantieri su edifici storici e strutture ad alto rischio. Particolare attenzione sarà dedicata alle modalità di consolidamento statico e alle precauzioni assunte durante le lavorazioni preliminari.
Prospettive per il restauro e il recupero della torre
La Torre dei Conti rimane di fondamentale importanza per la comprensione dei Fori Imperiali e della storia medievale di Roma. Era stata chiusa dal 2007 a causa delle sue precarie condizioni strutturali. Il progetto di restauro finanziato dal PNRR rappresentava la prima opportunità significativa di intervento manutentivo in decenni, con l’obiettivo di trasformare la struttura in un centro servizi archeologico e museale.
Ripresa dei lavori e modifiche alle procedure
Una volta concluse le indagini e la fase di stabilizzazione d’emergenza della struttura, i lavori dovranno essere riprogrammati con protocolli di sicurezza potenziati. Sarà necessario condurre nuove ispezioni diagnostiche per valutare l’entità effettiva dei danni causati dai due crolli successivi, verificare l’integrità dei sistemi di ancoraggio interno, e progettare interventi di consolidamento ancora più robusti rispetto a quanto precedentemente pianificato. La trasparenza nella comunicazione dei rischi residui e l’adozione di un approccio conservativo nella gestione della stabilità strutturale diverranno elementi essenziali per restaurare la fiducia nella conduzione di simili progetti su edifici storici vulnerabili.


