Sara Lazzaro ha recentemente condiviso la sua esperienza personale nel compiere 40 anni, affrontando tematiche cruciali per le donne contemporanee. Ha deciso di congelare i propri ovuli come scelta consapevole per il futuro, rifiutando le pressioni sociali sulla maternità e l’importanza di dire “no” a ciò che non rispecchia i propri valori. La sua prospettiva combina carriera artistica versatile, autodeterminazione e un concetto di amore allargato oltre la relazione romantica.
Il percorso personale di Sara Lazzaro verso la consapevolezza
Sara Lazzaro non si sente mai completamente in sintonia con la propria età, descrivendo se stessa come “fuori tempo” fin da giovane. Questo senso di disallineamento non rappresenta una debolezza, ma piuttosto una qualità che le ha permesso di costruire una visione personale autonoma. A trent’anni è stata scelta per interpretare Maria di Nazareth, ruolo che normalmente richiedeva un’attrice più giovane, segno di come il suo talento superasse le convenzioni anagrafiche.
La sua vita personale ha seguito un percorso altrettanto non convenzionale. È stata in una relazione significativa della durata di sei anni con un uomo più giovane, con il quale aveva condiviso progetti importanti e l’idea della genitorialità. Tuttavia, il termine di questa relazione ha rappresentato un momento cruciale di riflessione: volere diventare mamma sì, ma solo con la persona giusta. Questa consapevolezza ha portato Lazzaro a una decisione rivoluzionaria e consapevole per il proprio futuro.
Il congelamento degli ovuli come scelta consapevole
Congelare gli ovuli rappresenta una delle opzioni più rilevanti della medicina riproduttiva moderna, tecnicamente denominata crioconservazione degli ovociti. Per Lazzaro, questa scelta non è una rinuncia alla maternità, ma un regalo prezioso verso se stessa e il proprio futuro. Il congelamento consente di preservare la fertilità in un momento specifico della vita, garantendo maggiore autonomia decisionale nelle scelte riproduttive.
La procedura di congelamento richiede una valutazione preliminare accurata della donna. Non si tratta di una soluzione universale, ma di una scelta personalizzata che deve considerare il contesto medico, psicologico e personale di ogni donna. Lazzaro ha sottolineato come questa decisione sia stata presa con consapevolezza, separandosi dall’idea che la fertilità debba diminuire automaticamente con l’avanzare dell’età.
La prospettiva sul tempo e sulla maternità
Una riflessione centrale nella testimonianza di Lazzaro riguarda il tempo come elemento fondamentale. Non si tratta solo di biologia riproduttiva, ma di diritto all’autodeterminazione nel momento in cui si sceglie di diventare madre. Il congelamento degli ovuli rappresenta un ampliamento delle possibilità, non un’estensione artificiale, bensì una protezione della libertà personale.
Pressioni sociali e l’importanza di dire no
Lazzaro si paragona a un salmone che risale la corrente quando affronta il tema delle aspettative sociali. Non si conforma facilmente e rifiuta di adattarsi passivamente ai copioni scritti dalla società. Il suo messaggio è particolarmente rilevante per le donne che vivono pressioni costanti riguardanti l’orologio biologico, la necessità di formare una coppia e la maternità come completamento inevitabile della femminilità.
La disparità di genere nelle aspettative
La disparità tra le pressioni rivolte alle donne e quelle rivolte agli uomini rimane uno dei nodi irrisolti nella società contemporanea. Lazzaro si interroga direttamente su questo tema: i suoi colleghi uomini sono sottoposti a simili pressioni riguardanti la paternità? La domanda apre una discussione profonda sulla costruzione sociale del genere e su come il significato della genitorialità sia diverso e più stigmatizzante per le donne.
Imparare a dire di no come atto di amore verso se stessi
Lazzaro enfatizza l’importanza di dire “no” come forma di autodifesa e amore verso se stessa. Questo rifiuto non è negazione, ma discriminazione consapevole. Riconoscere quali pressioni non servono al proprio progetto di vita e declinarle rappresenta un atto di maturità e consapevolezza. Dedicare tempo a se stessa non è egoismo, ma necessità vitale.
La carriera versatile di un’attrice consapevole
La carriera di Sara Lazzaro riflette una scelta artistica basata sulla qualità della sceneggiatura e sulla possibilità di esplorare nuove sfumature creative, piuttosto che su calcoli commerciali. Cresciuta tra America, Regno Unito e Italia, ha sviluppato un approccio cosmopolita all’interpretazione che valorizza la diversità e la complessità dei ruoli.
L’approccio fisico ed emotivo ai personaggi
Nel 2023, Lazzaro è tornata con personaggi particolarmente amati dal pubblico in serie come “Doc – Nelle tue mani” e “The Law According to Lidia Poët”. Il suo metodo interpretativo include elementi fisici concreti: postura, costumi e movimenti corporei diventano strumenti per dare dimensione artistica ai personaggi. Ogni ruolo diventa un’opportunità di incontro con se stessa, trasformando il set in uno spazio di esplorazione emotiva e psicologica.
Questo approccio non è casuale, ma il risultato di un’educazione cinefila trasmessa dai genitori fin dall’infanzia. Lazzaro ha assimilato l’idea che il cinema e la televisione non siano meri intrattenimenti, ma forme d’arte che richiedono dedizione e ricerca profonda dell’autenticità emotiva.
Maternità, amore e autodeterminazione femminile
Per Lazzaro, il concetto di amore va ben oltre la relazione romantica o la maternità biologica. L’amore è ciò che completa la persona nella sua totalità: può manifestarsi nella relazione con la famiglia, con gli amici, con il proprio lavoro artistico, e crucialmente, con se stessa. Questa visione allargata del significato di amore libera le donne da un’unica narrativa di completamento.
Le difficoltà strutturali per le donne dello spettacolo
Lazzaro evidenzia un problema strutturale specifico: le difficoltà che le donne del mondo dello spettacolo affrontano in Italia, in particolare la mancanza di tutele adeguate. La maternità nel contesto lavorativo italiano rimane un percorso ad ostacoli, soprattutto in settori come il cinema e la televisione dove i tempi di produzione sono rigidi e la continuità contrattuale non è garantita. Questo contesto rende ancora più importante la consapevolezza nelle scelte personali e l’accesso a opzioni come il congelamento degli ovuli, che offrono maggiore flessibilità nel progettare la propria vita.
La lezione universale della consapevolezza personale
La testimonianza di Sara Lazzaro trascende la sua situazione personale per toccare questioni universali sulla libertà di scelta, autodeterminazione e il diritto a costruire una vita secondo i propri valori anziché secondo le aspettative esterne. Nel congelamento degli ovuli, una donna trova uno strumento concreto per riappropriarsi del tempo, separando il piano biologico da quello emotivo e relazionale.
La decisione di congelare i propri ovuli non rappresenta una negazione della maternità, bensì una sua affermazione consapevole: il diritto di diventare madre quando si è trovata la giusta persona e il giusto contesto, non quando la società lo decide. Allo stesso tempo, il rifiuto delle pressioni sociali e l’importanza attribuita a dire “no” rappresentano un modello alternativo di femminilità: una femminilità che non ha bisogno di conformarsi per essere legittima.
La lezione conclusiva della storia di Lazzaro è semplice ma radicale: le donne non devono dispiacersi di non conformarsi alle aspettative, devono piuttosto proteggere lo spazio della loro scelta personale, che sia essa la maternità, la carriera, l’amore per se stesse o una combinazione complessa di tutti questi elementi. In questo senso, il congelamento degli ovuli diventa non solo una procedura medica, ma un simbolo di autodeterminazione nel ventunesimo secolo.



