Galimberti: L’importanza dei complimenti nello sviluppo dell’identità dei bambini

Secondo il filosofo Umberto Galimberti, un singolo complimento può trasformare profondamente un bambino e rappresentare il fondamento di un’identità positiva. Questo non è un’esagerazione retorica, bensì un’osservazione profonda sulla psicologia dello sviluppo: le parole che i genitori rivolgono ai loro figli hanno un impatto duraturo sulla percezione che il bambino sviluppa di se stesso. L’identità non nasce dal bambino stesso, ma è il risultato del riconoscimento che riceve dagli altri. Quando un genitore riconosce le capacità e i talenti del proprio figlio, lo nutre di messaggi costruttivi che edificano la base della sua personalità futura.

L’importanza dei complimenti nello sviluppo dell’identità dei bambini risiede nel fatto che ogni riconoscimento positivo contribuisce a creare un’identità basata su stima di sé e fiducia nelle proprie capacità. I genitori, attraverso parole di approvazione e valorizzazione, costruiscono le fondamenta psicologiche ed emotive su cui il bambino edificherà la sua personalità futura e il suo benessere relazionale.

L’identità come dono sociale

Cosa significa l’identità secondo Galimberti

Per il pensatore italiano, l’identità non è una caratteristica innata con cui nasciamo, bensì un “dono sociale” che riceviamo attraverso il riconoscimento degli altri. Come sottolinea lo stesso Galimberti, le persone che ci circondano definiscono chi siamo realmente, e questo processo inizia fin dai primissimi momenti della nostra vita. Quando un bambino entra nel mondo, non possiede ancora alcun codice interpretativo per orientarsi: dipende completamente da coloro che lo circondano per comprendere chi è e qual è il suo valore. Nel corso del tempo, attraverso le interazioni, i feedback e le parole ricevute, il bambino inizia a costruire la propria immagine di sé. Se riceve riconoscimenti positivi, svilupperà un’identità basata su fiducia e stima personale; al contrario, il misconoscimento produce ferite profonde che difficilmente si rimarginano.

Il riconoscimento come fondamento

Il riconoscimento è il meccanismo fondamentale attraverso cui l’identità prende forma. Quando i genitori osservano i progressi del loro bambino, apprezzano i suoi disegni, riconoscono le sue capacità e lo comunicano attraverso parole sincere e amorevoli, stanno compiendo un atto che va ben oltre il semplice elogio. Stanno dicendo al bambino: “Io ti vedo, riconosco il tuo valore, sei importante per me”. Questo messaggio, ripetuto nel tempo, diventa la voce interna del bambino, quella che continuerà a parlargli anche quando gli adulti non saranno più presenti. Galimberti sottolinea che l’assenza di riconoscimento è altrettanto potente, ma in senso negativo. Quando un genitore, assorbito dalle fatiche quotidiane, dice a suo figlio: “Te lo guardo domani”, mentre il bambino gli mostra con entusiasmo un disegno, il messaggio recepito dal bambino è: “Quello che fai non è interessante, tu non sei interessante per me”. Queste “piccole” disattenzioni si accumulano nel tempo e lasciano cicatrici nell’identità infantile.

Come i complimenti costruiscono l’identità del bambino

Il potere delle parole positive

Le parole positive dei genitori non sono semplici complimenti superficiali, ma piuttosto strumenti potentissimi di costruzione identitaria. Quando un genitore dice a suo figlio: “Vedo che sei perseverante, continui a provare finché non riesci”, non sta solo elogiando un comportamento momentaneo. Sta trasmettendo un messaggio profondo sulla natura del bambino, che diventerà parte della sua identità. Il bambino imparerà a vedersi come qualcuno di perseverante, di capace, di meritevole di attenzione. Secondo la ricerca psicologica, i bambini che ricevono riconoscimenti specifici e autentici (non esagerati) sviluppano una resilienza maggiore di fronte alle difficoltà, perché hanno internalizzato il messaggio che loro stessi sono capaci e meritevoli. Inoltre, questi complimenti costruiscono la base per l’autostima duratura: non quella fragile che crolla al primo insuccesso, ma quella solida che permette al bambino di affrontare le sfide della vita con maggiore consapevolezza e serenità.

Conseguenze dei misconoscimenti

Il fenomeno opposto è altrettanto significativo. Quando i bambini non ricevono riconoscimento, sviluppano un’identità debole e fragile, caratterizzata da dubbi su se stessi e mancanza di fiducia. Galimberti evidenzia come il misconoscimento non è sempre una negazione esplicita, ma spesso è il risultato di disattenzione e negligenza. Un genitore che non ha tempo di ascoltare le domande filosofiche del bambino (“Perché il cielo è blu?”), e risponde con un generico “Quando sarai grande capirai”, comunica involontariamente che la curiosità del bambino non è importante. Nel tempo, il bambino smetterà di fare domande e di esplorare il mondo con la stessa vivacità, perché ha imparato che le sue ricerche non sono benvenute. Questi misconoscimenti accumulati creano un’identità caratterizzata da insicurezza, dipendenza dal giudizio altrui e scarsa capacità di affermazione personale.

I primi anni di vita e le mappe cognitive

La finestra critica dello sviluppo

La neuroscienze moderna ci ha rivelato un dato straordinario: le mappe cognitive ed emotive che determinano il nostro modo di conoscere il mondo si formano definitivamente nei primi tre anni di vita. Questo significa che in questo breve lasso di tempo si costruisce la struttura fondamentale di come il bambino imparerà a pensare, sentire e relazionarsi. Non significa che dopo i tre anni il bambino non impari più, ma piuttosto che il “modo” con cui apprende e sente è già stato largamente determinato. Durante questi anni cruciali, i genitori sono gli architetti delle mappe emotive del bambino. Se un neonato viene nutrito di attenzione, di riconoscimento, di parole calde e gesti amorevoli, svilupperà mappe emotive che lo porteranno a fidarsi degli altri e ad avere una visione positiva del mondo. Se, al contrario, sperimenta neglect, assenza di riconoscimento e parole fredde, le sue mappe emotive saranno caratterizzate da diffidenza e ansia.

Responsabilità dei genitori

Galimberti non utilizza toni accusatori, ma sottolinea con chiarezza che i genitori hanno una responsabilità enorme nei confronti dei loro figli. Questa responsabilità non significa essere perfetti, bensì essere consapevoli del potere delle proprie parole e dei propri gesti. Molti genitori moderni cadono nella trappola di pensare che i figli “crescano come le piante”, come dice Galimberti: li circondano di stimoli tecnologici, di giocattoli costosi, di cartoni animati, ma trascurano l’elemento più importante, che è la comunicazione autentica e il riconoscimento sincero. Il risultato di questa negligenza emotiva è una generazione di bambini che, pur avendo accesso a infinite risorse materiali, soffrono di profondo vuoto identitario e insicurezza personale. Invertire questa tendenza richiede che i genitori si fermino, guardino davvero i loro figli, ascoltino le loro parole, riconoscano i loro sforzi. Non serve grandiosi complimenti, ma autentici riconoscimenti delle loro capacità e del loro valore.

L’appartenenza e l’identità in adolescenza

Dal nucleo familiare al gruppo dei pari

Quando il bambino cresce e entra nell’adolescenza, l’identità che ha costruito nei primi anni diventa il punto di ancoraggio da cui affronterà le nuove sfide relazionali. Galimberti evidenzia che “avere un branco è tipico dell’adolescenza, perché non hai ancora un’identità completa, te la stai ancora facendo”. Se durante l’infanzia il bambino ha ricevuto riconoscimenti solidi e ha sviluppato un’identità positiva, sarà in grado di mantenere una certa indipendenza di giudizio anche nel gruppo dei pari. Sarà meno vulnerabile alla pressione negativa del gruppo e più capace di affermare se stesso. Al contrario, se ha sviluppato un’identità fragile per mancanza di riconoscimento genitoriale, cercherà disperatamente di “appartenere” al gruppo, accettando comportamenti nocivi pur di sentirsi parte di qualcosa. La identità personale che si forma nei primi anni di vita determina quindi la qualità delle relazioni che l’adolescente stabilirà con i suoi coetanei.

Strategie pratiche per genitori consapevoli

Riconoscere e valorizzare le capacità

Implementare un approccio basato sul riconoscimento consapevole richiede alcuni cambiamenti concreti nelle dinamiche familiari. Primo, i genitori devono imparare a osservare veramente i loro figli, non solo fisicamente presenti ma mentalmente attenti. Quando il bambino mostra un disegno, anziché dire “va bene, bravo”, è importante prendersi un momento, esaminare il disegno e fare un commento specifico: “Mi piace come hai usato i colori blu e gialli, e vedo che hai messo molta attenzione ai dettagli”. Questo tipo di riconoscimento specifico insegna al bambino che le sue azioni sono state realmente osservate e apprezzate. Secondo, i genitori dovrebbero riconoscere non solo i successi, ma anche gli sforzi. Se un bambino ha lottato per risolvere un problema, anche se non ha raggiunto la soluzione, riconoscere lo sforzo (“Vedo che hai cercato di risolvere questo problema in diversi modi, quella è perseveranza”) rinforza l’identità di bambino capace e determinato.

Evitare svalutazioni e disattenzioni

Altrettanto importante è evitare i misconoscimenti involontari che spesso commettiamo per stanchezza o distrazione. Quando un bambino chiede “Perché?”, i genitori dovrebbero impegnarsi a fornire risposte sincere e costruttive, anche se imperfette. Se il genitore davvero non sa la risposta, può dire: “Non lo so, ma scopriamolo insieme”, trasformando la curiosità del bambino in un’opportunità di connessione. I genitori dovrebbero anche essere consapevoli del linguaggio negativo: frasi come “Non sei capace”, “Sei troppo lento”, “Non imparerai mai” non vengono dimenticate dai bambini, ma si radicano profondamente nelle loro mappe cognitive. Infine, è fondamentale che i genitori riflettano sul concetto che il bambino non è “uno per sempre”, come afferma Galimberti. Errori commessi oggi possono essere corretti domani attraverso la consapevolezza e il cambiamento. Ogni nuovo giorno offre l’opportunità di offrire ai bambini il riconoscimento e l’amore che costruirà in loro un’identità sana e resiliente.

OscarNotizie

OscarNotizie

Articoli: 77

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *